Il Consorzio di Bonifica Centro gestisce il depuratore di S. Martino di Chieti.
L’impianto di depurazione è situato nella frazione S. Martino – Salvaiezzi di Chieti ed è stato realizzato dalla Regione Abruzzo in attuazione delle leggi 319/76 e 650/79 con legge Regionale n. 43/81, nell’ambito del “Piano di risanamento dei bacini idrografici dei fiumi Vomano Aterno Pescara e Sangro, approvato con delibera n. 3987/c del 10.07.86, per l’adeguamento a 140.000 Abitanti Equivalenti (AE) di un piccolo impianto esistente a servizio del Comune di Chieti.
L’impianto originario a servizio del Comune di Chieti era stato progettato per una capacità recettiva di 25.500 Abitanti Equivalenti (AE). Il progetto di ampliamento ha comportato la realizzazione di un nuovo impianto, senza dismettere quello esistente.
Ad oggi la configurazione dei due impianti è così disarticolata: i liquami provenienti dai collettori fognari civili confluiscono esclusivamente sull’impianto civile avente una capacità di 114.500 AE, mentre l’impianto preesistente definito impianto biologico di pretrattamento (25.500 AE) viene utilizzato solo per il trattamento biologico dei rifiuti conferiti.
I due impianti lavorano in serie, e tramite una condotta, le acque trattate nell’impianto di pretrattamento vengono trasferite in testa al nuovo impianto civile. I carichi e le portate dei reflui fognari confluiti all’impianto di depurazione sono monitorati da un misuratore di portata, installato sul canale di ingresso, collegato ad un campionatore automatico che effettua campionamenti sui reflui medio ponderati in relazione alla portata, analogamente a quello posto all’uscita dell’impianto. I valori ad oggi registrati sono i seguenti: Qm Portata media = 600 m3/h; Qp Portata di pioggia media = 2400 m3/h; Ntotale = 10mg/l; BOD5 MEDIO = 25 mg/l
Le principali unità operative del Depuratore sono le seguenti:
Linea acque
Canale di adduzione.
Il canale di adduzione presenta un manufatto di m.6.5 x 3.5 in pianta con uno sfioratore di piena laterale che permette lo stramazzo delle portate di pioggia extra rispetto a quelle massime trattabili dall’impianto nel canale di bypass. Il bypass dell’impianto viene regolato da una prima paratoia ubicata nel canale di adduzzione e da una seconda paratoia con la funzione di garantire la tenuta idraulica della prima.
Grigliatura.All’interno del manufatto di arrivo è inserita una prima fase di grigliatura grossolana con barre verticali e dritte; successivamente è presente una fase di grigliatura media, composta da due griglie, affiancate con barre inclinte e pulizia meccanica con luci di filtrazione di 5 cm. A valle di tale fase viene realizzata una grigliatura fine, mediante 2 griglie fini, a tappeto ruotante, con funzionamento temporizzato. Il vaglio raccolto dalla grigliatura viene convogliato su un nastro trasportatore e scaricato in un apposito cassone mobile.
Sollevamento iniziale.La stazione di pompaggio è costituita da 4 pompe sommerse centrifughe modello FLygt 3308.181, ognuna in grado di sollevare una portata di 1200 m3/h per una prevalenta di m. 8
Dissabiament/Disoleatura.Il bacino di dissabbiatura ha una volume di m3.240 è lungo m. 30, largo m 4.8 ed alto m. 3,8. A monte del dissabbiatore sono presenti tre sezioni, di cui due dotate di una fase di grigliatura fine e una di bypass delle griglie. Per l’estrazione della sabbia depositata è previsto un sistema di aspirazione mediante idroestrattore. Il dissabiatore è di tipo areato ed è dotato di soffianti lungo tutta la lunghezza del manufatto.
Flocculazione.Accanto al bacino di sedimentazione è presente una fase di flocculazione originariamente deputata alla rimozione del fosforo. Attualmente, poiché i valori del fosforo e dell’azoto risultano essere buonissimi, tale fase del processo depurativo non viene utilizzata.
Sedimentazione primaria.Tale fase viene realizzata in due bacini circolari del diametro m.34, volume mc. 2800, superficie m. 908. Il chiarificato viene raccolto in una canaletta intera al bacino. Il fango di sedimentazione primaria, mescolato a quello di supero, estratto dalla sedimentazione secondaria viene avviato alla linea del trattamento fanghi.
Ossidazione.Sono state realizzate tre vasche di ossidazione aventi ciascuna un volume pari a mc. 2500 nelle quali avvengono le fasi di nitro-denitro.
Sedimentazione secondaria.In uscita dalla fase biologica il liquame è convogliato a due unità di sedimentazione finale. Si tratta di vasche a flusso radiale, dotate di carroponte con dispositivo raschiatore dei fanghi per la raccolta ed il loro allontamento.
Disinfezione.Tale fase ha un volume totale di m3. 650, suddivisa in setti, per garantire un tempo di contatto di almeno 25 minuti in caso di portata media. La disinfezione è condotta mediante l’utilizzo di acido peracetico ed il dosaggio attualmente utilizzato è di ppm 5.
Linea fanghi
Fango di supero biologico. Il fango biologico estratto in continuo dai sedimentatori finali, è raccolto in un pozzetto posto fra i due sedimentatori nel quale sono installate le pompe. L’impianto comprende cinque pompe da mc/h 350 per il ricircolo del fango ai bacini di ossidazione e due pompe da mc/h 30 per l’estrazione dal fango di supero.
Fango di supero primario. I fanghi di supero, estratti dai sedimentatori primari con valvole pneumatiche temporizzate, sono stoccati in un pozzetto dove sono poste due pompe sommerse. In questo pozzetto sono anche consegnati i fanghi di supero provenienti dall’impianto esistente, in modo da essere inviati tutti insieme al trattamento fanghi.
I fanghi di supero biologici e i fanghi primari vengono pompati verso un pre-ispessitore meccanizzato.
Allo scopo di separare i fanghi di supero provenienti dall’impianto civile da quelli prodotti nell’impianto di pretrattamento dedicato ai rifiuti, sono state create due linee separate che convogliano i fanghi all’ispessitore, dal quale vengono immessi su due linee separate alla fase di centrifugazione, per essere successivamente inviati alle operazioni di smaltimento.
All’ingresso dell’area dell’impianto di depurazione S. Martino è presente un edificio, adibito al primo piano ad uffici, mentre al piano terra sono stati dislocati gli spogliatoi per i dipendenti e il laboratorio analisi.
Il laboratorio analisi svolge un monitoraggio continuo, per una verifica costante del rispetto dei limiti di legge imposti dalla normativa vigente in materia ambientale.
Le analisi vengono effettuate giornalmente, in diversi punti dell’impianto, per stimare quantitativamente sia gli analiti, sia i parametri principali che caratterizano le acque reflue e le biomasse responsabili dei processi di depurazione.
Tra questi, a titolo esemplificativo, ricordiamo il pH, il COD, l’azoto ammoniacale, nitrico e nitroso.
Il laboratorio, inoltre, è dotato di tecnologie analitiche d’avanguardia come ad esempio l’ICP (inductive coupled plasma) –OES (optical emission spectroscopy), strumenti questi che sfruttano lo stato di plasma e l’emissione di luce per stimare quantitativamente la presenza di metalli pesanti nei reflui.
Un monitoraggio costante, tecnologie analitiche moderne e sensibilità nel rispetto dell’ambiente fanno del laboratorio analisi dell’impianto S. Martino un punto di riferimento per lo sviluppo, la tutela e la conservazione del patrimonio idrico delle nostre comunità.